martedì 30 ottobre 2007

MIO PADRE FU UOMO PUBBLICO


Stralcio Verbale Cons.Comunale dell'8/11/1977


















Non l'ho sentito mai parlare del suo passato.
So che giovanissimo era nella Resistenza partigiana. E' stato preso e pestato e ne portava i segni sulla schiena. Ha vissuto attivamente la nascita della Repubblica e scelse di militare nella Democrazia Cristiana, quella della sinistra morotea. Ha fatto sempre politica e la politica traviata lo ha ucciso.
E' morto il 7 novembre del 1977, a 53 anni.
Era un bell'uomo, un leader carismatico con la quinta elementare, un Peppone bianco con tanti figliocci, creduto e seguito. I suoi comizi erano partecipati ed applauditi e non contava nulla se la sua parlata non era granchè forbita. Alle amministrative comunali vantava la stragrande maggioranza delle preferenze e alle politiche era molto corteggiato dagli Onorevoli parlamentari che non disdegnavano di frequentare la nostra modestissima abitazione (sono passati per casa Mario Ferrari Aggradi, Costante Degan, Tina Anselmi, Piergiovanni Malvestio, Anselmo Boldrin ed altri che ora non ricordo). Il Suo totale impegno politico è stato ricompensato con titoli onorifici: Cavaliere (1960 Giovanni Gronchi / Amintore Fanfani), Cavaliere Ufficiale (1967 Giuseppe Saragat / Aldo Moro) e Commendatore (1975 Giovanni Leone / A.Moro).
Mio padre era un'idealista incorruttibile e nel mondo del tornaconto non c'era più posto per Lui. Già verso la fine degli anni sessanta era un soggetto scomodo perchè sputtanava sulla pubblica piazza chi credeva di comprarlo con le bustarelle. Nemmeno le bottiglie di liquore a Natale erano gradite: se qualcosa arrivava a casa, veniva dirottata in Parrocchia.
Nel 1976 fu decretata la sua fine politica: fino alla mezzanotte dell'ultimo giorno utile per la presentazione delle liste era ricandidato alle amministrative locali. La mattina successiva il suo nome non c'era più. La lista era stata sostituita da uno o più d'uno del suo stesso partito.
Il tradimento lo ha sconvolto e l'ho visto girare intorno alla nostra casa tormentato: forse si chiedeva chi l'avesse pugnalato o forse lo sapeva e meditava una vendetta.
Da quel giorno non è stato più bene e si è lasciato morire.
Al suo funerale, in forma pubblica e a spese del Comune, c'era tutta la cittadinanza, c'erano i gonfaloni e c'erano uomini politici locali e nazionali che non hanno mancato l'occasione per apparire con i discorsi di circostanza. Non è mancato nemmeno il vilipendio dal momento che sui muri del cimitero qualcuno ha scritto "hai finito di nuocere".
Un "caso", il Suo, che non fece legittimo clamore: solo poche righe sul settimanale "Il Mondo".

Mio padre è vissuto povero ed è morto povero. Ha lasciato una moglie alla deriva e sei figlie. Di queste, tre erano ancora bambine, bambine intelligenti ma senza mezzi per studiare. E pensare che i Suoi amici politici avevano promesso che non le avrebbero lasciate sole! Chi li ha più visti o sentiti?
Anche questa è politica, politica sporca.




lunedì 29 ottobre 2007

CARRIERA AD OGNI COSTO


Il "rispetto" è sempre e comunque dovuto?

Propongo una vicenda che si sviluppa in ambiente di lavoro, in una struttura articolata, dove storicamente sono i maschi ad occupare i posti di comando.
--Una dipendente ambiziosa, maritata, usa esibire le sue rotondità per aggraziarsi il Superiore di turno. E' facile al pianto come alla risata grossa, volgare nel vestire e nelle movenze, invisa alle persone che hanno un po' di buon gusto, ma vuole visibilità professionale ad ogni costo. Vuole un preciso ruolo e per questo deve far del male ad una collega. Ha circuito il funzionario giusto (quello sfigato che si ferma in ufficio fino a tarda sera perchè in famiglia conta come il due di picche, quello che con le donne non ci sa fare, quello per il quale in sesso è un miraggio), lo ha plagiato ed ha avuto ciò che voleva. Non è passato molto tempo e la troietta ha puntato altri stalloni mentre il funzionario fesso è caduto in disgrazia.--
Chi dei due è più deprecabile: la troia o il fesso? Insieme hanno fatto del male, calpestando la dignità professionale di una persona di riconosciuta competenza per la quale non si trovò più idonea collocazione.
Merita rispetto siffatta specie di individui?
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p.s. Una partenza così lapidaria può far pensare che il fatto mi sia familiare. Può essere che mi sia voluta togliere un sassolino dalla scarpa sinistra. Ne ho ancora uno dentro la scarpa destra!

IL PERCHE' DEL BLOG



Tanti anni in Banca, a tempo pieno. Ho lasciato il lavoro in anticipo sull'età pensionabile per far posto a mio figlio. (Lo scambio non era scontato . Lui, il posto, ha dovuto dimostrare di meritarselo.)
Da qualche mese sono a casa e non ci sto male. Via via sto perdendo interesse al ricollocamento e tralascio qualche opportunità lavorativa che mi vedrebbe nuovamente condizionata. La mia vita è stata tutta scandita e programmata, financo nei minuti: lavoro figlio marito casa erano le priorità. Mi rimproveravo del tempo "perso" per la cura della mia persona. Assaggi di libertà vissuti di frodo, talora rubando il tempo al sonno ritempratore.
Ora, lasciate le relazioni di tipo professionale, voglio tentare di interloquire con chicchessia, con chiunque voglia confrontarsi su temi di varia natura, esprimendo posizioni e pareri senza pretese intellettualistiche, parlando di fatti pubblici o privati, di politica o di cronaca, di economia e finanza, di esperienze di vita vissuta, di famiglia e società.
Io porto in dote esperienza, razionalità, concretezza, equilibrio mentale e senso della misura. Ho sempre vissuto con i piedi ben piantati per terra, senza tabù, nel rispetto di tutto ciò che mi circonda, esigendo rispetto. Non perdono chi mi offende.
Questo può essere un buon argomento per cominciare: il RISPETTO.