martedì 29 gennaio 2008

IGIENE PRIVATA (con giudizio)














bagno "padronale" di casa mia

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Prospetti acqua condominio :
Consumo per famiglia con evidenziato il consumo di casa mia (ingrandisci)
n.b. -la 2a e la 3a unità sono diventate uffici;
-la 1a e la 4a formano unica residenza;
-la terz'ultima abitazione è rimasta vuota sei mesi.

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Chi mi conosce e conosce la mia casa, sa quanto io sia esigente rispetto all'ordine e alla pulizia, sia personale che abitativa. Ordine innanzi tutto. Mio padre era severo in questo, e diceva frequentemente : "ogni cosa ha il suo posto ed ogni posto ha la sua cosa". E quando c'è ordine, si pulisce più a fondo.
Sono anche molto attenta ai consumi in genere: niente sprechi in ogni senso. Questa è l''impostazione mentale vigente a casa mia, ricevuta e trasmessa.
Relativamente all'acqua, il bene vitale per eccellenza, voglio esporre alcune osservazioni suggeritemi da condomini che si sono permessi di fare ironia sul "poco" consumo che si fa all'interno 6 : 55 mc per persona nel 2007 (150 litri al giorno), mentre altri consumano fino a 113 mc a testa (310 litri al giorno). Per quanto manchino di attenzione e di senso civico, come fanno a buttare tanta acqua?
Mariti e figli, si sa, non si occupano di lavatrice, raramente fanno andare la lavastoviglie, fanno fatica a lavarsi i denti e spesso fanno la doccia in palestra. Non sono propriamente loro da rimproverare. Sono più le donne di casa, quelle prive di buon senso, che sprecano senza misura, e magari hanno i sanitari incrostati. Non è con lo scroscio che si pulisce il wc; non è con il rubinetto a tutta pressione che si risciacqua meglio. Se si usano con parsimonia i detersivi, si risparmia acqua e olio di gomito. Attenzione alle colf straniere che non hanno mestiere e consumano con dispetto la roba altrui (ne avevo una che in due volte faceva fuori un litro di ammoniaca; figurarsi il resto!).
Dove abito io, abitano alcuni boriosi che, per quanto vedo e sento, provano piacere nel mostrare di essere grandi consumatori. C'è quella che si vanta di fare tre lavatrici al giorno; c'è chi fa andare l'innaffiatore automatico anche quando piove sulle piante; c'è chi usa la vasca idromassaggio; c'è chi abusa di detersivi fino a ostruire gli scarichi comuni. Finiranno presto nella merda!
A casa mia si lavano i piatti a mano; si fanno due lavatrici la settimana (tende a parte); non si tira l'acqua del wc solo per scaricare 10 capelli tolti dal lavandino; la vasca da bagno si usa solo per lavare capi ingombranti; le piante sul terrazzo si innaffiano quando hanno sete. Ci si lava i denti dopo aver mangiato; ogni mattina ci si lava viso collo sedere (volevo dire culo ma se uso vocaboli scurrili, Michela mi sgrida) e ascelle; il bidet si fa anche la sera prima di coricarsi (....) e, necessariamente, ogni qualvolta si defeca (e qui sarebbe più appropriato dire "si caga").
La doccia non dev'essere per forza un'abitudine quotidiana e ognuno deve sapere con quale frequenza lavarsi: ci sono persone che possono benissimo stare una settimana senza docciarsi. E' meglio l'odore della pelle che il profumo dei saponi.
A casa mia si beve acqua di rubinetto. Niente acque minerali.

Penso che il consumo domestico d'acqua oltre gli 80 mc pro capite, per anno, dovrebbe essere multato.

mercoledì 16 gennaio 2008

INNAMORAMENTO E AMORE


Se chiedi qual'è il valore più importante nella vita, ti senti rispondere: l'amore.
Ma quale amore? Trascendente o immanente? Spirituale o materiale? Durevole o volubile? Disinteressato o egocentrico? Gratuito o mercenario? ..... o .....? .... o ....? (non bastano gli aggettivi del vocabolario)
Ciascuno può dire la "sua" sull'amore, ma non sarà mai che un concetto senza tempo e luogo, possa essere compiutamente definito.
Vorrei provare a condensare la mia visione di un sentimento tanto sublime e, purtroppo, tanto inflazionato.

Per grazia di Dio, l'animo umano è propenso all'amore. Ha bisogno di dare e ricevere amore, tanto o poco che sia, oggi e sempre.
L'amore che nasce nella parte istintiva di noi, deve essere governato dall'intelligenza e dalla coscienza, e ad esse necessariamente si rapporta. L'amore senza "testa" è un amore animale ed egoistico, contingente ed irrazionale; è un fuoco di paglia; non è un seme che germoglia.
L'amore è "caldo" quando viene dal cuore, ed è struggente, appassionato, tenero, pacato o accorato; è "freddo" quando viene elaborato dal cervello, ed è rivolto a tutto ciò che esula dalla sfera affettiva e riguarda il "fare": fare bene e fare del bene.
L'amore più prezioso è l'amore per la vita e quello più grande è l'amore per i figli. Doveroso quello per sé stessi, per le proprie occupazioni e le proprie cose; naturale quello per i propri genitori e fratelli; altruista quello per il prossimo; civile quello per il patrimonio di tutti.
L'amore per la "persona amata", è il più difficile da definire perché è massimamente eclettico ed ognuno lo pensa e lo vive secondo la propria natura e la propria formazione.
Quando due persone sono attratte l'una dall'altra, si accende il desiderio, ma non è subito amore; al massimo si può parlare di innamoramento. L'innamoramento si manifesta sempre con sensazioni avvolgenti e non ha bisogno di parole e non pretende di essere "per sempre". E' un fremito ricorrente che troppo spesso si esaurisce nel rapporto sessuale, ma è anche il punto di partenza dell'amore vero e duraturo. Volersi è una cosa, volersi bene è un'altra cosa.
Purtroppo o per fortuna, le sensazioni forti via via si placano e le coppie che basano l'amore sulla libido, sono destinate a fallire. Durano, invece, le coppie che fondano il rapporto sulla condivisione, il rispetto, il dialogo, la pazienza e sulla confidenza, valori che sono i pilastri del vero amore.

Anche l'odio ha origine dall'amore: è amore tradito, è un angelo divenuto demonio. Come l'amore, ha diversi gradi di coinvolgimento e di sconvolgimento. (amor che nullo amato amar perdona...)

Sentimenti buoni e sentimenti cattivi sono connaturati e gestibili dall'intelligenza. Lo stato dell'anima che mi spaventa di più è l'indifferenza, un male che si va diffondendo e che porta le persone a morire dentro, ad essere passive o ciniche, capaci di annientare stesse e di commettere crimini.
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Mi sono cimentata su un argomento troppo complesso e più grande di me. Confesso che è stato difficile tradurre tanti pensieri in poche parole ed ora mi spiacerebbe cancellare tutto. Pubblico perciò questo post per me e per chi non ha di meglio da leggere.

mercoledì 9 gennaio 2008

LAVORO NERO



Evviva. Da questo mese mi pagano la pensione. Sono stata bancaria per 35 anni e 10 mesi, per nove mesi sono stata semplicemente casalinga e finalmente sono "pensionata".

Guardo indietro e, lontano, vedo il mio lavoro nero, un intero anno scolastico di lavoro che non posso vedermi riconosciuto.
E' capitato a molti di lavorare in nero, ma il mio è un caso piuttosto scandaloso che merita di essere raccontato.

La mia famiglia, nonostante fosse economicamente molto disagiata, mi permise di conseguire un diploma. Diventata maestra elementare, dovevo in fretta trovare un'occupazione e mio padre bussò alla porta dei suoi "amici". Immagino che fu la "Tina" a parlare con Gino Sartor, Sindaco di Castelfranco Veneto (già noto comandante partigiano), il quale mi offrì un posto di insegnante. A quel tempo, nella Marca, erano molte le scuole nate con il patrocinio dell'Onorevole Sartor; erano prevalentemente scuole-convitto per l'avviamento all'attività agricola e vitivinicola, e per recupero studi. C'erano anche le serali per adulti lavoratori.
Avevo 19 anni e sono stata chiamata ad insegnare a Castelfranco Veneto, in una scuola-convitto autogestita, che si era data l'obiettivo di ricercare le ragazzine a cui le famiglie avevano negato la scuola dopo la quinta elementare, e di prepararle all'esame di licenza media inferiore.
In pratica, il lunedì mattina un pulmino faceva il giro della campagna e dei paesini intorno a Castelfranco Veneto, raccoglieva le fanciulle reclutate e le conduceva nella casa-scuola dove erano accolte da insegnanti tuttofare, impegnate 24 ore su 24 nella sorveglianza, nell'insegnamento, nell'educazione civica, nelle attività domestiche (pulire, cucinare ecc.) e ricreative. La sede scolastica aveva un'allocazione -a dir poco- impropria. Era situata in appartamenti al secondo piano di un fabbricato il cui ingresso stava su un piazzale fronte strada, uso parcheggio, non recintato. Peraltro, al pianterreno dello stesso stabile, c'era un frequentato bar per cui le bimbe non potevano scendere se non accompagnate.
Il sabato mattina tutti a casa; stesso pulmino, percorso inverso.
Si trattava di un lavoro di grande responsabilità, sottopagato, che occupava quattro maestre per una quindicina di adolescenti dai 12 ai 14 anni. C'era la "badessa" animatrice dell'iniziativa, c'ero io la "novizia", e c'erano Maria Pia e Annalisa, due ragazze intelligenti ed emancipate che erano in quella scuola già l'anno prima. Maria Pia ed Annalisa sono state per me vere amiche; le ho perse e mi piacerebbe tanto ritrovarle.
La "badessa", una maritata acida come una zitella, era invidiosa della nostra giovinezza e della nostra amicizia e non perdeva occasione di renderci la vita difficile. Ricordo un fatto. Durante una lezione mi ruppi un'unghia e l'aggiustai con una forbicina. Com'è, come non è, avvenne che in una riunione con i genitori, l'acida mi richiamò per aver fatto la manicure in classe, contando in una reazione dei presenti. La cosa non ebbe effetto perché le bimbe, a casa loro, parlavano bene di me. E qui mi fermo perché mi accorgo di essere uscita dal tema.
Per quanto attiene la parte prettamente scolastica, io insegnavo matematica e geometria, storia e geografia. Credo di aver fatto bene il mio lavoro perché quasi tutte le mie allieve erano diventate brave nelle mie materie, anzi due di loro erano bravissime.

Allora non me lo chiesi, ma oggi mi chiedo:
-Con quale spudorata leggerezza venivano gestite quelle iniziative?
-Chi aveva la responsabilità civile di persone e cose? (Si sappia che mi sono trovata anche a gestire un episodio di crisi epilettica. Mi trovai di fronte una ragazzina che non sapevo malata, esagitata, con le bave alla bocca e gli occhi rovesciati; non sapevo che fare e le diedi la coramina. Per fortuna rinvenne!)
-Tutti gli occupati erano assunti per pietà politica, senza carte, e pagati in nero?
-Controlli zero?

Mi pare che oggi qualcosa sia cambiato.