domenica 23 dicembre 2007

COMPAGNA BADANTE



Lo spunto per discorrere sull'argomento mi è stato dato da una signora che conosco da anni, alla quale ho chiesto notizie del figlio ventiduenne, oramai indipendente, e della sua bella morosa. Mi ha raccontato con sconcerto, di aver chiesto alla ragazza perché, dopo quattro anni di frequentazione, non pensasse alla convivenza e di essersi sentita rispondere: "Io, la badante a suo figlio non la faccio! Finché posso, sto a casa dei miei dove trovo fatto."
La bimba è scriteriata o ha capito tutto?!
La ragazza ha ben capito che nel menage familiare ci sta un carico di noiose faccende da sbrigare e vede nella ripetitività quotidiana l'indebolimento della tensione amorosa.
Non c'è poesia nel lavare le mutande del partner; non c'è poesia nelle scoregge sotto le coperte. Ma la giovane, se vorrà mettere su famiglia, si adatterà prima o poi alla temuta convivenza che -voglio pensare- non sarà faticosa come quella di sua madre, perché i ragazzi di oggi sono sicuramente più consapevoli e collaborativi dei ragazzi di ieri.

I ragazzi di ieri sono sempre convinti che l'economia domestica sia materia prettamente femminile e non se ne vogliono occupare. Sono rimasti "figli" (e se ne vantano), cresciuti con l'idea che la brava moglie è quella che li bada, come bada ai figli e alla casa, senza lagnarsi della sua condizione. Quindi badante, una badante con l'obbligo morale di adempiere ai doveri coniugali.
Questo credo maschilista, diffuso pure nelle coppie dove entrambi lavorano fuori casa a tempo pieno, è un inno dell'egoismo ed è causa di litigi e di progressivo scollamento della coppia.

Quasi tutti gli uomini si dicono negati per le incombenze domestiche e, anche quando si dichiarano disponibili a fare, rimangono comodamente per i fatti loro aspettando di essere comandati; se vengono rimproverati della loro assente presenza, enfatizzano: "sono sempre in casa; non vado a zonzo; non ti ho chiesto io di fare; sono uno che s'accontenta; se lasciavi lì, avrei fatto io; ma cosa vuoi di più? ". Ci sono uomini che doverosamente riconoscono i meriti della compagna e lo fanno convenientemente in privato, mentre nelle riunioni conviviali fra amici non perdono occasione per lasciarsi andare agli sfottò su cosa lei non fa o come lo fa. Se credono di fare gli spiritosi, si sbagliano! Sono solo maschi ingrati e villani che meriterebbero di restare soli, a farsi tutto da soli.

Tantissime coppie adulte si sono rassegnate a convivenze deludenti per amore verso i figli, per cultura o perché "lasciare la strada vecchia per una nuova, si sa quello che si lascia e non si sa quello che si trova"; mentre i giovani si sono emancipati e cercano di avviare i loro rapporti di coppia su basi paritetetiche. Auguri!

lunedì 17 dicembre 2007

BERLUSCONI SILVIO E' RICCO

Mi perdonino gli esperti se, ignorante, intavolo un ragionamento di economia, prima dell'esposizione di un mio pensiero sul personaggio politico Silvio Berlusconi.
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Si dice che chi lavora onestamente non arricchisce.
Chi fa soldi, tanti soldi in poco tempo, non è superuomo: è semplicemente colui che coglie le opportunità, le elabora e le rimette in circolo massimizzando il profitto.
Finita l'epoca del latifondismo, si affranca il principio che tutto si compra e tutto si vende. In tale logica nascono giostre affaristico-speculative che artatamente gonfiano e sgonfiano i prezzi nell'interesse di pochi e a spese di molti .... ed i ricchi sono sempre più ricchi, mentre i poveri .... devono farsene una ragione.
Chi può si adegua, e nulla può chi è a reddito fisso. Le tasche degli stipendiati, salariati e pensionati sono svuotate sì dalle tasse ma ancor più dall'inflazione, che non è una calamità naturale, ma è il prodotto di una egoistica puntuale gestione dell'economia e della finanza, una gestione con la vista corta esercitata da abili specialisti al soldo di singoli individui o di lobbies.
Il denaro conta più del senno, e può comprare e governare uomini e nazioni.
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Se l'assunto che precede è condiviso, la ricchezza del Silvio nazionale non può essere plausibile per tutti, ancorché tale ricchezza gli valga l'onore di essere il primo contribuente Italiano. Peraltro, occorre dargli atto di aver lavorato bene e di aver dato lavoro a molti che, a loro volta, sono contribuenti.
Ma non gli si perdona che sia stata appunto la sua ricchezza a indurlo ad attivarsi in politica, secondo il principio che il potere economico si giova del potere politico e viceversa.
A prescindere dalle premesse, io che da sempre sono orientata "a destra", l'ho accolto bene fin dall'inizio perché non parlava il politichese, perché lo vedevo ruspante caparbio e deciso, un'intelligenza nuova che prometteva di passare dalle parole ai fatti, e talvolta l'ho votato.
Certo di cose ne ha fatte ma gli rimprovero di aver perso di vista il ceto medio, quello che l'ha sostenuto e che fa l'immagine di una nazione, lasciando che il solco tra ricchi e poveri diventasse sempre più profondo. Inoltre gli rimprovero di avere una "squadra" formata più da cortigiani che da persone competenti.
Lui, verosimilmente, sarà ancora capo di Governo ma senza il mio contributo.
Alle prossime elezione voterò Lega Nord, l'unico partito che mi sembra comprendere e difendere il pensiero popolare genuino, che parla il linguaggio della gente, che non si nasconde dietro al buonismo e all'ipocrisia. Un partito formato da persone concrete che talora non si esprimono in maniera forbita ma che hanno un progetto di sostanza.
(Treviso, città leghista per antonomasia, è per me la più bella città d'Italia: viva e vivibile. Imparate gente!)




sabato 15 dicembre 2007

CHIROMANTE O PSICANALISTA??



Ero giovane e mi divertivo a leggere le mani con poche nozioni e tanta fantasia. Questo gioco mi conferiva un'attrattiva speciale.
Era sorprendente vedere quante fossero le persone che mi venivano attorno, curiose di conoscere sé stesse ed il proprio destino. Mi mettevano alla prova e, se facevo centro sul passato, mi chiedevano il futuro.
Io, raffinatamente percettiva e dotata di attitudine alla psicanalisi, più che la mano, leggevo la persona, nella mimica nelle vibrazioni e nelle reazioni epidermiche (temperatura, sudorazione, colorazione).
Conducevo il gioco con grande rispetto delle sensibilità altrui, accendendo il mio "sonar" sul passato, senza mai azzardare il futuro.
Il diversivo funzionava ed ero credibile.
Ricordo un fatto. Sul Bosforo (ero sulla motonave che portava dal ponte di Galata all'isola dei Principi), mi si fecero intorno alcune persone che viaggiavano con me e, fra queste, una bella signora padovana che i turchi chiamavano Lollobrigida. Mi chiese di leggerle la mano ed io, fra le altre cose, le dissi che aveva due figli. Lei ci rimase male perché -mi spiegarono- era sposata da vent'anni ed il suo desiderio di maternità non si era realizzato.
Questo a giugno. Tre mesi dopo, fui ufficialmente informata che la signora quarantatreenne era incinta di due gemelli.
La cosa mi impressionò un poco e poiché azzeccavo frequentemente passato e futuro prossimo, ho cominciato a temere le mie stesse deduzioni. Così ho smesso di giocare a leggere le mani.





giovedì 13 dicembre 2007

"VELTRONI E' NUDO"




Val.Ve. un abbreviato che sa di mollusco (ma dentro non c'è la perla!).


Come sarà la sua stretta di mano? Non riesco a pensarla calorosa e decisa, anzi la immagino flaccida e umidiccia, tipica di chi è complessato e ambiguo, di chi mente sapendo di mentire.
Veltroni, quando parla, parla per ascoltarsi; non comunica.
Quando lo ascolto, non lo sento.
Non ha un pensiero suo ma pensa e dice ciò che può far piacere ad altri, perchè vuole il consenso, perchè vuole l'applauso, perchè ama la scena. Lui, che di films se ne intende, come un guitto, scrive e recita abilmente la commedia della sua vita, modificando il copione all'occorrenza e cambiando opportunisticamente abito mentale.
Cavalcando l'onda ha raggiunto una notevole affermazione personale ma sembra non aver ancora appagato la sua sete di successo.
Lo guardo e provo un'istintiva repulsione come se un'anguilla mi scivolasse addosso. Lo vedo brutto dentro (che sia brutto fuori lo vedono tutti) e mi fa specie come gli intellettuali della sua sinistra lo abbiano impalmato e come solo i comici lo abbiano inquadrato.
E la gente che gli ha dato corda? Forse non sa più a che Dio votarsi; ma votare Veltroni equivale alzare bandiera bianca e affidarsi ad una politica parolaia che nulla crea e tutto distrugge.

Lui e molti altri come lui, saccenti individualisti, mestieranti della politica, ci prendono in giro con belle parole .... e noi li votiamo .... e loro si sentono autorizzati a pensare di essere uomini superiori .... e si fanno assumere a tempo indeterminato.


sabato 8 dicembre 2007

UN'ALTRA LUCY



Non parlo di me ma di un'altra, una Lucy che ha grande energia fisica e mentale. E' una donna capace e garbata, efficiente disponibile e generosa che lavora a scuola, a casa e negli esercizi pubblici gestiti dai suoi figli.
Di tanto in tanto nei fine settimana, dopo cena, vado in Fucina "CONTROVENTO", la incontro e parlo volentieri con lei, liberamente in amicizia, nel poco tempo che riesce a ritagliarsi. Mio figlio ed i figli suoi sono veri amici da lunga data.
Stasera, non senza emozione, io e Lucy abbiamo scoperto di provenire dallo stesso ceppo: i miei nonni paterni Fedele e Luigia sono i suoi bisnonni, ed è stato davvero bello far sapere ai nostri figli che hanno anche un rapporto di parentela.

Mi va di rappresentare un quadro della famiglia che ci accomuna:
Fedele sposa la bella quindicenne trevigiana Luigia e mettono al mondo 13 figli, 4 femmine e 9 maschi.
Prima nasce Angelina e ultimo nasce Anselmo. In mezzo: Alice, Adalgisa, Amabile (l'unica ancora in vita), Arturo, Argevico, Attilio, Elia, Giusto, Giuseppe (morto in campo di concentramento), Gusmanno-1 (morto piccolissimo), Gusmanno-2.
Curiosità:
-nonna "Gigia", quando morì Ermanno-1 ebbe a dire con rassegnato fatalismo: "Dio me l'ha dato e Dio me l'ha tolto!";
-"Gigia" ha partorito mio padre Anselmo quando era già nonna del primogenito di sua figlia Angelina, poi divenuta nonna di Lucy.

Vediamo ora di decifrare i gradi di parentela nel contesto di Lucy e Lucy:
-Mio padre Anselmo è fratello di Angelina che è mia zia,
-i figli di Angelina sono miei cugini di primo grado,
-Lucy, figlia di mio primo cugino, e mio figlio G... sono cugini di secondo grado; entrambi hanno Fedele e Luigia come bisnonni,
e fin qui tutto chiaro, ma G... ed i figli di Lucy che rapporto di parentela hanno??? qui mi perdo!
Questa è una famiglia troppo complicata, dove il primo ramo ha sopravanzato l'ultimo di una intera generazione.

Ad ogni modo Lucy, amica-parente, ha avuto il buon cuore di leggere i "condensati" in questa mia iniziativa e mi ha incoraggiato a proseguire.
Le dedico il mio blog.

lunedì 3 dicembre 2007

LA CASTA ECCLESIASTICA




Il primo articolo della Legislazione dello Stato Pontificio recita:
-"Il Sommo Pontefice, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano, ha la pienezza dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario".
La Sua figura è perciò quella di un monarca assoluto, un monarca a capo di un regno economicamente potente. A nessuno è dato sapere l'entità della ricchezza papale poichè il Vaticano ha facoltà di redigere bilanci di comodo, dove non figurano i patrimoni delle Università pontificie e degli ospedali, e non figurano nemmeno le donazioni dei fedeli di tutto il mondo che confluiscono sempre copiose nel fondo denominato Obolo di San Pietro.
L'economia vaticanense si basa su investimenti internazionali, mobili e immobili, sulle rendite e sulle rimesse delle diocesi sparse nel mondo. (fonte Wikipedia)
Si tratta di uno Stato ricchissimo che dispone di avanzati mezzi di comunicazione; i suoi cittadini, circa 530 anime, hanno un reddito annuo pro capite di oltre 400mila euro. A questi si devono aggiungere i prelati di vario ordine e grado che ruotano intorno a seggio pontificio: quanti sono? e quali sono le loro prebende? Sono tantissimi e sontuosi quelli che vediamo nelle celebrazioni solenni. Solo i paramenti ed i monili costano un patrimonio.
Ma quanto costa tutto l'apparato? A quali ideali cristiani sono ispirate tante manifestazioni di opulenza? Perchè non si parla di sprechi della casta ecclesiastica? Non ci sono anche lì troppe funzioni e troppi ministri?
Noi poveri cristi siamo chiamati alla fede, a non peccare con pensieri parole ed opere, ed è peccato sindacare l'operato dei potenti con la talare che, in nome di Dio, chiedono chiedono e chiedono, e prendono, e alla loro morte lasciano copiose eredità ai parenti che non mancano di nulla. Infatti avere un alto prelato in famiglia, è garanzia per la vita ... terrena.

Sono ricominciati gli spot della Chiesa Cattolica (pagati dalla CEI -Conferenza Episcopale Italiana) finalizzati a sensibilizzaci sulla necessità di sostenere economicamente i poveri Sacerdoti che fanno del bene ai bisognosi.
Noi battezzati non abbiamo difficoltà a porre una firma per destinare l'8/1000 della nostra contribuzione alla Chiesa Cattolica, ma ci domandiamo quanto di questo denaro vada nella carità cristiana e quanto nella grandeur dell'apparato pontificio.
Ci domandiamo, altresì, perchè il carico debba gravare sull'Italia magnanima, fatta perlopiù di brava gente con le pezze al culo, e non anche su altri cattolicissimi Paesi come la Spagna.


sabato 1 dicembre 2007

PUTTANE e PUTTANIERI





Quanti sono gli uomini che vanno a puttane?

Possiamo fare il calcolo della serva, contando solo quelli che acquistano la merce sulla strada, in un delimitato territorio.
Le giovanissime ragazze dell'est che lavorano per strada, giusta quanto si sente in TV, prendono 500 € al giorno, 3.000 € per settimana (10.000 € al mese, netti).
Ammettendo che il costo di un servizio sia 50 €, ciascuna di queste si fa 10 clienti al dì, 60 ogni settimana.
Supponendo poi che i libidinosi comprino una prestazione alla settimana, solo la terraferma di Venezia, dove le prostitute sulle strade non sono meno di 100, conta almeno 6.000 puttanieri.
Un numero davvero impressionante e non vale consolarsi dicendo che "quelli" vengono da fuori, perchè è chiaro che i residenti vanno a fornicare "fuori piazza".
Si tratta comunque di maschi di bocca buona che si accontentano di prestazioni di basso profilo: veloci (sveltine di un quarto d'ora), malsane (ognuno intinge il pennello dove poco prima sono passati altri che magari non si sono lavati da una settimana o hanno malattie infettanti) e scomode (in macchina o in piedi a ridosso di un albero).
Ma chi sono questi puttanieri?
Hanno un'età fra i 30 e i 65 anni.
Sono poveri diavoli, soli e incapaci di costruire una responsabile vita di relazione; sono extracomunitari e rumeni con e senza famiglia al seguito; sono individui con tare fisiche e psichiche; sono uomini inibiti per i quali : "certe cose non le faccio con la madre dei miei figli" (così mi disse una volta un collega di lavoro); sono padri di famiglia scostumati con modeste possibilità economiche che, per un orgasmo foresto, magari negano alle loro mogli la parrucchiera o la serata in pizzeria.

Questo vizietto lo prendono anche molti mariti "attempati" quando avvertono un deficit di virilità. In genere sono individui poveri di sentimento e bugiardi, che danno un senso utilitaristico alla vita coniugale, che attribuiscono il calo della libido alla "stagionatura" delle loro donne e cercano nella carne fresca il rinnovamento dell'appetito sessuale. Questi sono i puttanieri più spregevoli perché, comprando la consumazione, comprano anche il silenzio della propria coscienza e non si interrogano, e non si fanno scrupolo se fanno doppiamente male: una volta abusando di giovani schiave del sesso schifate di darsi a uomini più vecchi dei loro padri; una seconda volta, confinando le loro mogli al ruolo di badanti.

Le mogli "passate di moda" vogliono pensare che puttanieri siano gli "altri", non i propri mariti.
In ogni caso, le mogli tradite non si sentano femmine inadeguate e non si lascino prendere dalla depressione: si guardino attorno e, possibilmente, facciano becchi i loro machi farfalloni, illusi ed ingrati. Tanto "quelli" nemmeno se ne accorgono, perché i fedifraghi in età sono disattenti e chiusi nel proprio egoismo, e mai si pongono l'idea che le loro donne possano interessare ad altri, magari più giovani. La mentalità ed i costumi cambiano e le donne cinquantenni lo sanno.