C'erano, ci sono e ci saranno.
I nostri nonni ed i nostri genitori ci raccomandavano di stare sempre in compagnia perchè c'erano i "martorei", indescritti esseri che vivevano sugli alberi ed uscivano per acciuffare i bambini soli. Io non ci credevo e non mi facevano paura, anzi mi divertivo a irriderli e a disegnarli neri o rossi, con le corna e la coda... ma sempre di piccole dimensioni.
Ma i martorei c'erano davvero, erano grandi ed avevano sembianze umane e ne sono stata vittima. Per fortuna, il mio angelo custode non ha lasciato che mi facessero del male.
Vi racconto tre brutti momenti di quand'ero bambina e poco più che bambina.
*Quand'ero piccola, passato il recinto di casa mia, andavo nell'aia su cui insisteva la casa rurale multifamiliare dove mio padre era nato e dove avevano messo su famiglia alcuni dei suoi tanti fratelli. Lì incontravo le mie cugine e sovente si andava nei campi degli zii contadini, limitrofi all'aia. Il fondo era rigoglioso con filari di viti e gelsi, e fossi asciutti con rive ricche di tutto. Raccoglievamo nocciole, nespole, more, bruscandoli, viole, margherite e molto altro ancora.
Una volta, d'estate, andai sola nel campo vicino a casa, a cercare non ricordo cosa, e incontrai un uomo che conoscevo bene e del quale mi sarei dovuta fidare. Mi venne vicino, mi fece sedere accanto a lui e cominciò a carezzarmi. Mentre mi chiedeva se mi piaceva andava con le mani sulle mutandine... io mi ritrassi spaventata e non ricordo più come uscii da quella situazione.
Io avevo 9 anni e l'orco, padre di due bambine, ne aveva 37. Era un beone violento ed è morto giovane di cirrosi epatica.
*Fino all'età di 12 anni frequentavo assiduamente la parrocchia: andavo a dottrina, a messa ed anche al vespro, tutte le domeniche e le feste comandate. Era l'occasione per stare con coetanei e per incontrare i morosetti.
Era un pomeriggio di festa nebbioso e nella piazzetta di fianco la chiesa c'era il carrettino dei gelati. Non ricordo se il gelataio con il freddo vendesse comunque gelati. Ma era solitamente lì, con il suo carrettino.
Ero in anticipo sull'ora del vespro e, per non stare nella nebbia, mi ritirai nel preingresso laterale della chiesa. Mi vidi venire addosso il gelataio; mi spinse sull'angolo del portone e cominciò a toccarmi. Se mi lasciò è perchè aveva sentito arrivare gente.
Avevo 10 anni e lui era ben adulto: poteva avere 45 anni e si diceva avesse moglie e figli.
*A 14 anni cominciai le superiori; per recarmi a scuola in città, dovevo prendere ogni giorno bici e treno, casa scuola e scuola casa, con il bello e con il cattivo tempo. Talvolta mio padre mi accompagnava alla stazione con la giardinetta, e poi mi veniva a riprendere. Non era quasi mai puntuale.
Un giorno di maggio rimasi ad aspettare papà per parecchio tempo. Tutti gli altri passeggeri si erano dileguati ed ero sola, sulla porta della piccola stazione a guardare il viale da cui sarebbe arrivato; dietro di me la biglietteria con l'ufficio del capostazione e davanti il piazzale soleggiato dove la strada finiva.
Vidi venire avanti una FIAT 500 bianca guidata da un uomo. L'auto effettuò l'inversione di marcia e si fermò davanti a me. L'uomo aprì il finestrino, mi chiese una plausibile informazione e, mentre fornivo indicazioni, quello si aprì la giacca per mostrarmi la sua virilità in erezione.
Mi ritirai di scatto, guardai alle mie spalle e mi rassicurò vedere il capostazione lì, dietro il finestrino della biglietteria e, nel mentre, il maniaco se ne andava.
Io non avevo ancora 15 anni e fu così che vidi, per la prima volta dal vero, il sesso maschile di un uomo di circa 35 anni.
Gli orchi sono fra di noi; sono individui con disabilità mentale non conclamata; sono lavoratori e padri di famigia; sono pericolosi impuniti che si fanno forti del silenzio delle loro vittime.
Donne, scrivete nel mio blog vostre storie di questa specie, storie che vi sono capitate e che non avete mai avuto il coraggio di raccontare!